Fondamentalmente è un quaderno di appunti, di cui ho dannatamente bisogno. Un po' perché dimentico molte cose e un po' perché scrivere spinge a ricercare e a sistematizzare.

mercoledì 20 luglio 2011

Pizza con le cozze

Il ricordo più lontano di pizza risale probabilmente al 1960 se non prima, a San Felice Circeo, durante la lunga estate al mare che passavo prevalentemente con mia madre e i miei fratelli. La mattina prima delle otto, lunga la strada che portava alla spiaggia, mia madre si fermava da un fornaio all'angolo tra via Ulisse e via Argentina (si chiamava Leandro e mi era familiare quasi come mio padre) per comprare delle pizzette tonde al pomodoro che mangiavo a metà mattinata sulla spiaggia
Pensando a queste pizzette oggi ho preparato una pizza alle cozze che non è molto simile al modello di cinquant'anni fa ma almeno posso dire di averci provato.

400 grammi di farina 00
Un quarto di cubetto di lievito birra
Mezzo chilo di cozze
Acqua, sale

Lasciare aprire le cozze a fuoco basso in un tegame coperto. Soffriggere uno spicchio d'aglio schiacciato in due o tre cucchiai d'olio insieme alle cozze sgusciate, aggiungere un paio di bicchieri di passata di pomodoro fresco e portare a cottura. Impastare metà farina con l'acqua e il lievito per formare un impasto semi liquido e lasciare lievitare un paio d'ore. Incorporare il resto della farina e stendere a mano in una teglia oliata. Cuocere in forno a 160° per dieci minuti con il coperchio. Versare la salsa con le cozze sulla pizza e continuare la cottura senza coperchio finché la pasta non è dorata. Spegnere il forno e lasciare raffreddare con il coperchio. Servire dopo qualche ora. 

domenica 12 giugno 2011

Fettuccine al pesto con gamberi, Zaventem style

L'ultima puntata a Bruxelles per il comitato di gestione del programma ISA è stata una mazzata. In questa stagione i viaggi a Bruxelles sono sempre faticosi per motivi stagionali perché la differenza di temperatura può raggiungere i venti gradi. Per chi ama viaggiare con pochi bagagli questo significa partire in giacca e cravatta con 30 gradi e arrivare con 10 o 15 gradi, spesso bagnati da piogge tipicamente primaverili. Al ritorno lo stesso, con risultati non sempre esaltanti.

Questa volta ci si è messa una pompa dell'impianto idraulico che si è rotta poco prima del decollo facendo saggiamente decidere al pilota Brussels Airlines di rinunciare al decollo. Frenetiche consultazioni con i tecnici della linea aerea ci hanno portato di nuovo nell'aerostazione dove abbiamo ottenuto la "riprotezione" consistente in un biglietto per il volo successivo e un buono pasto micragnoso ad un fast food di Fiumicino.

Arrivato in albergo all'1:30, non prima di essermi inzuppato per bene sotto un temporale, ho cercato di riposarmi in vista della maratona del giorno dopo al riunionificio di rue Froissart. Cinque ore di sonno e una colazione sommaria mi hanno dato l'energia necessaria ad affrontare una giornata di lavoro in attesa del sospirato volo di ritorno alle 20:45.

Per gratificarmi dopo tanta fatica mi sono concesso una cena al Black Pearls di Zaventem, ristorante di pesce non proprio economico ma non malvagio. C'ero capitato diversi anni fa ed evitavo di ripetere l'esperienza non per motivi gastronomici ma solo economici. Allora avevo provato un piatto di fettuccine con crostacei di cui avevo notato la possibilità di scegliere tra tre salse, compreso il pesto. Stavolta ho consumato un piatto di pesce (ostriche, salmone affumicato avvolto su asparagi, sushi, california roll, aringa e altro) ad un prezzo quasi oltraggioso ma di qualità elevata.

Avrei voluto ripetere questo piatto di pesce per la famiglia ma sabato non sono andato al mercato quindi ho ripiegato sulle fettuccine di qualche anno fa. Stasera, complice il basilico raccolto da Daniela in terrazza, ho prodotto delle fettuccine all'uovo con pesto e gamberi. Piatto completo (pasta, uovo, parmigiano, olio, gamberi) e molto eterogeneo, forse un po' barocco. Il risultato però è tale da lasciarti desiderare di lavare i piatti, così, per completezza.

venerdì 27 maggio 2011

Lasagne verdi con curry di maiale e spinaci


Rosolare il maiale tritato con olio di oliva. Aggiungere aglio e zenzero tritato e cuocere per un minuto. Aggiungere un po' di spinaci tagliati grossolanamente e cuocere a fuoco lento per dieci minuti. Aggiungere un cucchiaino di polvere di curry e lasciare raffreddare. Stemperare con un po' di panna e latte. Disporre a strati le lasagne e il composto. Coprire con un foglio di alluminio e cuocere in forno a 160° per circa venti minuti. Guarnire con pomodorini pachino tagliati a metà.

sabato 19 marzo 2011

Tortino di alici dorate, patate e cipolle rosse

Un tortino atipico, con le alici impanate come per friggerle, facile da preparare, molto gustoso. Anche molto economico: anche comprando le alici già spinate (che oggi ho trovato a 9 €/Kg) una porzione costa non più di un euro.

alici spinate: gr. 300
due o tre patate
una cipolla rossa
un uovo
farina, pan grattato, sale, pepe, olio


Affettate finemente la cipolla, ponetela in una teglia da forno con un po' d'olio e sale, mescolatela e spargetela uniformemente. Tagliate a fettine le patate e disponetele in uno strato sulla cipolla, aggiungendo pochissimo sale e olio.

Infarinate le alici, passatele nell'uovo battuto e nel pangrattato e disponetele in uno strato sopra le patate.

Scaldate il forno a 160°, cospargete le alici di olio e infornate. Dopo 15-20 minuti, o quando le alici saranno dorate per bene, riducete la temperatura a 90° e lasciate cuocere per altri 10 minuti circa. La cottura ottimale deve fare imbiondire le alici ma non le cipolle e le patate.

Servire dopo qualche minuto con uno spicchi di limone accanto.



domenica 20 febbraio 2011

Sonia a via Bixio

Dopo alcuni anni di assenza abbiamo deciso di andare nuovamente a mangiare da Hang Zhou, il migliore ristorante cinese di Roma gestito da Fen Xia detta Sonia. Eravamo pronti alla solita lunga attesa per riuscire ad occupare uno dei pochi tavoli del piccolo locale di via San Martino ai Monti e invece: sorpresa! Sonia ha traslocato nel nuovo, immenso locale di via Bixio, a pochi passi dalla gelateria Fassi. Oltre a due grandi sale, il ristorante sfoggia cinque salette che possono ospitare piccole comitive familiari.


I locali più spaziosi hanno finalmente convinto Sonia ad accettare le prenotazioni, anche se lascia sempre qualche tavolo libero per chi non può o non vuole prenotare. Anche in questo il ristorante ha conservato quel suo carattere democratico e popolare che lo rende unico: prezzi bassi ma cibo di alta qualità, foto di Sonia in posa accanto ai clienti più famosi e ritratti di Mao Zedong (formerly Mao Tse-Tung)  ma soprattutto un menu dove trovano posto decine di piatti che non si ha modo di mangiare in nessuno delle centinaia di ristoranti cinesi romani.


A qualche mese dal trasloco, il successo del locale è testimoniato dalla difficoltà di prenotare un tavolo già alle cinque del pomeriggio di sabato, che per giunta abbiamo ottenuto a condizione di presentarci non oltre le 19:45. Arrivati in perfetto orario, il ristorante era già pieno e dotato della sua tradizionale e ordinata fila.

Alcuni punti di eccellenza gastronomica sperimentati stasera. Ravioli trasparenti ai gamberi: profumati e ben cotti. Zuppa agropiccante: ricca, deliziosa, con aroma di funghi affumicati. Maiale allo zenzero: da urlo, con salsa perfettamente equilibrata dolce e lievemente piccante. Maiale, pollo e manzo con lattuga e sedano: a distanza siderale da piatti simili degustati altrove. Insomma, i cuochi ci sanno fare e la gestione ci tiene alla qualità. Non tutto è perfetto, naturalmente, come dimostra ad esempio il manzo croccante con melanzane (fette di melanzane ricoperte di carne macinata, impanate e fritte), che nel piatto si rivela poco più che un contenitore spugnoso di olio. In generale, un piatto su dieci è risultato scarso, quattro ottimi, gli altri cinque di qualità sopra la media. In quattro abbiamo pagato ottantadue euro.

Usciti soddisfatti dal ristorante siamo passati da Fassi. Ai tavoli, gruppi di giovanissimi cinesi come non se ne vedono certo nel mio quartiere. I camerieri di Fassi non sono da meno: ragazzini di Paesi lontani che fanno del quartiere Esquilino la prima realizzazione di una Roma multiculturale.

sabato 19 febbraio 2011

Gamberoni con riso e insalata

I gamberoni "a chilometri 10.000" o giù di lì, quelli congelati provenienti dal Pacifico, costano quanto l'orata di allevamento e non sono meno buoni, anzi. Dopo la spesa del sabato al mercato Trionfale ho cercato di accogliere la metà della famiglia che di sabato lavora o va a scuola con un piatto caldo e profumato. Pur essendo la prima volta che ho provato questa preparazione il risultato è stato decisamente incoraggiante.

Gamberoni : 4 o 5 a testa
Riso Basmati : 200 grammi
Insalata mista (lattuga, rughetta, radicchio, carota ecc.) : 300 grammi
Burro, farina, ketchup, sale, pepe


Pulire i gamberoni lasciando testa e coda. Con un po' di allenamento, l'operazione non richiede più di trenta secondi a pezzo. In una grande padella antiaderente scaldare a fuoco alto un cucchiaio di burro con uno spicchio d'agio tritato e cuocervi rapidamente i gamberoni conditi con un po' di sale e pepe. Mettere da parte i gamberoni. Aggiungere al fondo di cottura un cucchiaio di farina, cuocere per un paio di minuti, spegnere con mezzo bicchiere di vino bianco e fare ridurre. Aggiungere un cucchiaio di ketchup e un bicchiere d'acqua e fare ancora ridurre lentamente. Nel frattempo cuocere il riso basmati per assorbimento. Quando il riso è pronto, scaldare i gamberoni nella loro salsa e servire su piatti di dimensione adeguata, disponendo da un lato l'insalata condita con olio, sale e aceto balsamico e dall'altro i gamberoni adagiati sul riso e ricoperti di salsa.